Sicily Park. La Guerra della Monnezza (2)


Una buona notizia, una vittoria (per niente semplice).
GELA è stata definitivamente esclusa dalla scellerata “Operazione inceneritore.” La partita si sposta a Catania e Palermo. Ma si riparte da zero, e nulla è deciso: e non saranno “inceneritori”…se combattiamo bene questa nostra battaglia ventennale. Intanto, a Gela, abbiamo vinto: “Tutti”, in particolare i nostri eroici amici del Comitato di R/esistenza gelese. Scusate se è poco. Molto resta da Fare. E lo faremo.
Aprile 2023. TerraeLiberAzione.


Nel ciclo dei rifiuti – tra ignoranza e strafottenza di massa, tra discariche neolitiche e deliranti progetti di inceneritori di tutto e di più…malgrado tutto, aumenta costantemente, da anni, la quota di monnezza differenziata, che è una risorsa preziosa, se solo venisse valorizzata, riciclata, trasformata…Si deve insistere.
Mentre – ci comunica l’Assessore regionale e nostro amico Roberto Di Mauro (MpA)- non diminuisce la quota indifferenziata. E’ un mistero della Logica: ma in Sicily Park tutto è possibile!.

Una verifica, intanto, la farei sulla capacità di comunicare e comprendere il concetto di “rifiuto indifferenziato” (la tentazione di filosofeggiarvi ironicamente me la reprimo, sarebbe troppo facile). Credo che in tanti abbiano confuso “l’indifferenziata” con un nzoccuegghjiè, di tutto e di più: invece di “non riciclabile”.

Quanto ai “termovalorizzatori”: quello previsto a Gela è demenziale, quello di Catania (Pantano d’Arci) è inutile. Il problema è Palermo, dove non riescono a seppellire neanche i loro cari defunti e la città è un immondezzaio causato da alienazione di massa… Fatevelo a Bellolampo, il “termovalorizzatore”, dentro la settima vasca: altro che Gela!. Sia chiaro: è una provocazione culturale, ma se l’inceneritore palermitano lo vogliono rifilare a Gela: no, no, no… ma non lo vogliamo neanche a Palermo… se Palermo cambia testa.
Gela ha già pagato un prezzo atroce, un Olocausto sull’altare blasfemo dello “sviluppo colonialista”.

Dopo mezzo secolo di nebbia e vel-Eni, corruzione e repressione, illusioni e pane avvelenato, Gela si sta svegliando, comincia a realizzare in quale Spettacolo coloniale ipnotico e totalitario è stata imprigionata, una allucinazione collettiva in cui si riuscì perfino a insorgere in difesa del Pet Coke, cioè della corda con la quale i gelesi venivano impiccati, ogni giorno, ogni notte, ad ogni boccata d’aria, ad ogni pianto di neonato, nel paradosso di una capitale industriale mondiale che vive nelle condizioni e nelle subculture, più o meno “stiddhare”, della peggiore riserva sicilindiana. E quando ci andavamo, a diffondere TerraeLiberAzione, ci dissero perfino: “ma chi minchia vuliti, catanisi!”.

Gela si sta svegliando. La vera notizia è questa. Per noi -che da oltre trentanni denunciamo l’Olocausto Siciliano, le malformazioni neonatali e gli aborti epidemici, i profitti miliardari di pochi “in cambio” di un pezzo di pane avvelenato, la vera notizia è questa. Ora che l’ENI si è scoperta “verde” e la nuova colonizzazione si è fatta perfino più sofisticata: ci rubano anche il vento e il sole!.

Da mezzo secolo la premiata ditta vel-ENI è il cervello dell’Idra dalle Sette Teste che devasta la Sicilia e i siciliani (i proletari siciliani, in primo luogo, che non hanno alcuna difesa e si ritrovano anche i sindacati più subalterni d’Europa, svenduti alla premiata ditta vel-ENI e all’ideologia delle magnifiche sorti e progressive del capitalismo di stato, testa d’ariete della colonizzazione industriale dell’Isola).

Gela si sta svegliando da un sogno ch’era invece un incubo, carico di illusioni.

Ora è il tempo della geografia allucinata: l’insularità “periferica e handicappata” vede a Gela una “capitale della Sicilia OCCIDENTALE”!. Capitale della Monnezza!. Al di là di “inceneritori” o “biodigestori”: è demenziale!.


Nel dibattito siciliano rispunta anche la balla spaziale del mitico inceneritore di Copenaghen: quello con la pista da sci: la Danimarca ha riconosciuto, da tre anni, il fallimento della sua politica di gestione dei rifiuti basata sull’incenerimento. E’ stato un disastro, che ha bloccato il ciclo virtuoso della differenziazione e riciclaggio e costretto perfino ad importare monnezza (“dalla lontana Sicilia, addirittura!”). “C’è del marcio in Danimarca!” (direbbe il Bardo). Non ci credete?. Continuate a riciclare un mito fallimentare?. E allora fate una semplice telefonata alla Danish Environmental Protection Agency. Vi regalo anche l’indirizzo: Tolderlundsvej 5-5000 Odense C- Phone: +45 72 54 40 00- E-mail: mst@mst.dk
E non ci vuole Arkimede per capire che il principio della gerarchia nel trattamento dei rifiuti in cui la “termovalorizzazione” sta al quarto e penultimo posto … basta leggersi la ragionevole direttiva UE 2008/98/CE (rafforzata dalla Direttiva 2018/851/UE nell’ambito del pacchetto dell’economia circolare).

Mario Di Mauro – fondatore della Comunità TerraeLiberAzione

foto: navi cariche di rifiuti tossici…affondate nel nostro mare… una storia da indagare e raccontare per intero: sarebbe ora: dedicarla ad Ilaria Alpi.