Giornata della Vergogna (e dell’Ipocrisia).


Foibe?. E non dimentichiamo neanche l’orrore del nazifascismo italiano in Jugoslavia. Mai più!.
Foibe?. Fu una “reazione” -sbagliata, certo- ai massacri compiuti dagli italiani nei Balcani, alla persecuzione della minoranza slovena in Italia. E la Guerra non la vollero certo gli Slavi: e non fu certo la Jugoslavia a invadere l’Italia.
Foibe?. Che a “celebrare” le povere vittime infoibate siano gli eredi politico-ideologici del Fascismo è inaccettabile: gli eredi di un Regime criminale e suicida, che ha prodotto anche le Foibe.
I crimini dell’imperialismo italiano -e non solo nei Balcani- meriterebbero una Giornata della Vergogna, che renderebbe più credibile anche i giusti “Giorni della Memoria” istituiti dalla nostra Repubblica.
In attesa di un “Giorno della Memoria” sull’annessione violenta e truffaldina subìta dai popoli delle Due Sicilie nel 1860. Ecco, la “Memoria” senza Verità, presenta sempre il suo conto: un conto avvelenato.
Foibe?. Ma chi ha aggredito la JUGOSLAVIA?.
Foibe?. Assassinati due volte. Il bue dice cornuto all’asino. Dopo sessantanni di silenzi e censure indecenti, arrivò la riesumazione della tragedia delle foibe. La retorica italiana trasforma la tragedia in una messinscena ripugnante. Gli eredi pentiti di quel fascismo che invase e torturò per anni la Jugoslavia, gli eredi di quel Regime fanfarone che trascinò l’Italia in una guerra orrenda, che causò -o no?- anche la perdita dell’Istria, gli eredi di chi organizzò le pulizie etniche nei Balcani…mettono in scena la retorica patriottarda usando i caduti nelle foibe come se fossero i loro morti e non le loro vittime italiane. Come se a invadere la Jugoslavia, a deportare e annichilire 600.000 sloveni italiani, ai quali si tagliò la lingua e si cambiarono d’ufficio perfino i cognomi, ad appendere i giovani partigiani jugoslavi agli uncini delle macellerie di Zagabria con la scritta “carne fresca”…non fossero stati gli italiani fascisti brava gente e i loro alleati ustascia croati di quel nazista di Ante Pavelic. Si legga la Storia per quel che accadde realmente, e si leggano anche i libri di Roberto Bassi (“Scaramucce sul lago Ladoga”, Sellerio), di Raoul Pupo (“Il lungo esodo”, Rizzoli).
Mario DI Mauro – portavoce della Comunità TerraeLiberAzione.


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dall’Archivio dell’Istituto TerraeLiberAzione.

Foibe. Assassinati due volte.

Il bue dice cornuto all’asino. Dopo sessantanni di silenzi e censure indecenti, eccoci alla riesumazione della tragedia delle foibe. La retorica italiana trasforma la tragedia in una messinscena ripugnante. Gli eredi pentiti di quel fascismo che invase e torturò per anni la Jugoslavia, gli eredi di quel Regime fanfarone che trascinò l’Italia in una guerra orrenda, che causò -o no?- anche la perdita dell’Istria, gli eredi di chi organizzò le pulizie etniche nei Balcani…mettono in scena la retorica patriottarda usando i caduti nelle foibe come se fossero i loro morti e non le loro vittime italiane. Come se a invadere la Jugoslavia, a deportare e annichilire 600.000 sloveni italiani, ai quali si tagliò la lingua e si cambiarono d’ufficio perfino i cognomi, ad appendere i giovani partigiani jugoslavi agli uncini delle macellerie di Zagabria con la scritta “carne fresca”…non fossero stati gli italiani fascisti brava gente e i loro alleati ustascia croati di quel nazista di Ante Pavelic. Si leggano i libri di Roberto Bassi (“Scaramucce sul lago Ladoga”, Sellerio), di Raoul Pupo (“Il lungo esodo”, Rizzoli), di Claudio Magris e Predrag Matvejevic…Si leggano Angelo Del Boca, Antonio Ciano, Nicola Zitara…

L’Italia è uno staterello fondato sulle bugie. Hanno violentato la Verità tacendo per sessantanni sulla tragedia delle foibe (temendo la risposta di Belgrado), e continuano a violentarla oggi, non dicendo tutta la Verità. Non c’è Pietà, non c’è rigore storiografico, ma solo commedia, retorica, ipocrisia.

Le genti dell’Adriatico avevano convissuto in pace per secoli…Venezia e le città dalmate, Trieste e Fiume…Adriatico!. Il nome viene dalla città di Adria: fondata da Siracusa, dai Sikelioti, dai Siciliani. Ma chi le sa queste cose?.
Che ne sa Gasparri? Cosa può dire Veltroni, lui che la Jugoslavia l’ha bombardata non sessantanni fa, ma l’altro ieri!.

L’Italia savoiarda, fascista, repubblicana, piduista…è nata col massacro dei contadini e dei “briganti” siciliani e terroni. Ancora stiamo aspettando la fine della censura di regime sui crimini commessi in Etiopia e Libia!.

Millenovecentoundici. L’imperialismo straccione italiano -come venne definito all’epoca- aggredì e invase la Libia, subito proclamata la “quarta sponda”. Cosa ci sia di eroico in una aggressione coloniale è difficile, se non logicamente impossibile, da dimostrare. Ma la logica non abita il Palazzo.

Cosa fecero gli “italiani brava gente” in Libia prima di impossessarsi della patria di un altro popolo?.

Deportazioni di massa, bombardamenti con bombe di iprite, campi di concentramento, rappresaglie indiscriminate, stragi di civili, confisca di beni e terreni. Le pagine nere dei crimini commessi dalle truppe italiane in Libia sono ben note a milioni di persone, ma non in Italia, dove i film, i documentari, i libri che se ne occupano onestamente sono censurati. Non si vuole aprire un dibattito serio sull’argomento.

Qualcuno preferisce ancora insultare Gheddafi la cui unica vera “colpa” è quella di aver conquistato e difeso l’Indipendenza del suo Popolo, il petrolio del suo Paese. Un Paese meraviglioso e immenso abitato da un popolo civile (e pure ricco) che si autogoverna col metodo della democrazia diretta. Questo è la Jamahiria libica.

Un Paese giovane, è nato nel 1969, che ha avuto tanti problemi, ma ha avuto anche il coraggio di affrontarli. (…)

Ve ne dico una sola sugli “italiani brava gente”: l’Italia fascista aveva firmato a Ginevra, il 17 giugno 1925, con altri venticinque paesi, un trattato internazionale che proibiva l’utilizzazione delle armi chimiche e batteriologiche, ma, tre anni dopo, “violava il solenne impegno usando fosgene ed iprite contro le popolazioni libiche”. Poi, vista l’indomabile Resistenza del Popolo libico, vennero anche i campi di sterminio.
“Graziani predisponeva il trasferimento di 100mila civili dalla Marmarica e dal Gebel el-Ackdar ai campi di concentramento che aveva fatto costruire nella Sirtica, una delle regioni più inospitali dall’Africa del Nord.

Quando i lager vennero definitivamente sciolti nel 1933, i sopravvissuti erano appena 60mila. Gli altri 40mila erano morti durante le marce di trasferimento, per le pessime condizioni sanitarie dei campi (per i 33mila reclusi nei lager di Soluch e di Sidi Ahmed el-Magrun c’era un solo medico), per il vitto insufficiente e spesso avariato, per le inevitabili epidemie di tifo petecchiale, dissenteria bacillare, elmintiasi, per le violenze compiute dai guardiani e per le esecuzioni sommarie per chi tentava la fuga”.

Lo scrive il prof. Del Boca. Ma all’Università di Tripoli mi hanno consegnato una serie di dossier raccapriccianti. Si dovrebbero studiare nelle scuole italiane. E forse le guerre e guerrette dell’italietta avrebbero meno consenso. Nel febbraio del 1930, alla fine delle operazioni per la riconquista del Fezzan, Graziani spinse un migliaio di mugiahidin, con le loro famiglie, verso il confine con l’Algeria e per due giorni consecutivi lanciò tutti gli aerei a sua disposizione sulle mehalla in fuga. Fu una carneficina, come testimonia lo stesso inviato de Il Regime Fascista, Sandro Sandri, il quale assistette ai bombardamenti e mitragliamenti del «gregge umano composto, oltreché degli armati, da una moltitudine di donne e bambini». Lo stesso Gheddafi ha un braccio maciullato da una mina italiana (che uccise due suoi cuginetti)…

Le foibe peggiori sono quelle che occultano la Verità. Peggio degli eredi pentiti del fascismo ci sono solo gli eredi pentiti del comunismo. La chiamano “riconciliazione”. Nel canovaccio della commedia italiana questa parola si traduce in scaramuccia mediatica con assoluzione reciproca finale.
Italiani brava gente? Sporcaccioni!. Grazie a Dio sono Siciliano!.

@(Archivio 2000/2010). Mario Di Mauro – www.terraeliberazione.net

Lettera. A integrazione del tuo prezioso articolo ti voglio far sapere che nel 1930 i capi della RIVOLTA libica furono da Graziani internati dentro il Manicomio di Palermo, nella zona cosiddetta della Vignicella. Di questi uomini si persero completamente le tracce nel giro di qualche mese. E poi dicono che la psichiatria dei dissidenti è stata inventata dallo stalinismo!. Totò Morana – Bagheria (Pa)