IL “SICILIANISMO” VA DISTRUTTO!.

U Sicilianu novu camìna addhitta nel Mondo del Secolo XXI.

Ad alcuni amici con cui condividiamo da anni la “celebrazione del Vespro”.

Premesso che il “Vespro” è nel nostro DNA fin dal 1984; e vi abbiamo sviluppato un lavoro specifico dal 2002, col supporto iniziale del prof. Corrado Mirto e del prof. Santi Correnti, che hanno tenuto seminari all’Istituto TerraeLiberAzione.

Il “Vespro” –con riferimento alla Communitas- venne inserito perfino nello Statuto del nostro Istituto (è un caso unico). Sul Vespro Secolare abbiamo selezionato materiale per diverse migliaia di pagine, tutte studiate criticamente.

Lavorare alla rifondazione di una Identità post convenzionale di un Popolo presuppone un Lavoro metodico e serio, che ha già consolidato molti “punti fermi”. Altro che comizietti sicilianisti!. Indietro non torniamo: l’Avanguardia deve fare il suo mestiere, o non serve a niente.

L’impostazione che si ripropone per celebrare il Vespro, pur apprezzandone la buona volontà, ci vede ormai del tutto estranei. Il percorso comune avviato 5 anni fa, col nostro “Comitato Vespro”, era ben altro.

Non vogliamo essere gli zombi di noi stessi. Quanto al “sicilianismo”, fin dal 1984 lo definiamo: “una ideologia di riserva per avventurismi donchisciotteschi e riciclaggi di ogni tipo: incluse illusioni elettoralistiche o ribellistiche, con o senza derive paramafiose, con o senza riesumazione dello zombi dello Statuto 1946. Il “sicilianismo” è una scoria della Storia, che viene riesumata e afferrata all’occorrenza nelle faide colorate tra frazioni dell’Imperialismo globale. E non può essere altro”.


In Oggetto: proposta di Celebrazione del Vespro 2022. Ci limitiamo a confermare quanto detto nel nostro breve e preciso intervento all’Assemblea di Palermo (non ne riconosciamo altre). E lasciamo la porta aperta a vaniddhuzza: se ne può ancora discutere.

Ma sia chiaro il nostro “No alla strumentalizzazione storica –e perfino elettoralistica o ribellistica- del VESPRO SECOLARE, della sua Gloria e delle sue tante Tragedie!”.

L’ABC: non ci fu nessuna “rivolta antifrancese”, fu ben altro. E durò un Secolo, in cui accadde di tutto: anche la guerra civile siciliana!.

Ciò nulla toglie alla potenza universale del “Gran Ribellamentu”, metafora della ribellione degli oppressi contro gli oppressori: di ogni tempo e di ogni luogo.

Anche il nostro “Vespro Secolare” non si è salvato dalle mascariate tricolorate che ne fanno addirittura l’inizio del cosiddetto Risorgimento italiano: una follia storiografica che fa rimpiangere l’errore crociano che individua nel “Vespro Secolare” la “mancata modernizzazione della Sicilia”, che avrebbe così “perso il treno della Rivoluzione francese”: con 5 secoli di ritardo, vabbè che i nostri treni ritardano, anzi… sono “ritardati”: ma di 5 secoli no!.

In merito all’iniziativa di Catania (e non solo), già decisa all’Assemblea del nostro Comitato Vespro nel novembre 2019, ne stiamo verificando un passaggio istituzionale. E sarà aperta a tutti e animata da intellettuali, scrittori, giornalisti, artisti, dirigenti sindacali, eletti nelle Istituzioni, Attivisti sociali di lungo corso… E Cittadini consapevoli. Non escludiamo di inserirla in un contesto più ampio e produttivo: e comunque fuori dai recinti ideologici del “sicilianismo”. Il Vespro Secolare merita ben altro.

Lavoriamo alla ri-fondazione di una Identità post convenzionale di un Popolo nel Mondo del Secolo XXI. – Su questo tema cruciale è stato convocato l’11° Cuncumiu della Comunità TerraeLiberAzione. E’ il nostro congresso e costituisce il momento più importante del nostro Cammino.

Dalla katabba di convocazione:

“La nostra Madrepatria che viviamo nel Tempo è il Secolo XXI. Ed è un “campo di battaglia”.

La nostra Madrepatria che viviamo nello Spazio è il pianetino Terra. Ed è un “campo di battaglia”.

In questa fase storica, la nostra “cittadinanza” si esercita nell’UE: ed è un “campo di battaglia” geostrategico, in cui operiamo in una prospettiva liberazionista di tipo glocal: internazionalista e antimilitarista, comunitaria e di liberazione eco-sociale.

Siamo “nati” nella Sicilia profonda, nel 1984: “contro la dipendenza neocoloniale e parassitaria”; contro gli stati-nazione vestfaliani, centralisti e antistorici: ma non per fondarne altri più piccoli e più inutili;

E sorvoliamo sulla “Regione Siciliana”: un ircocervo, mezzo Stato e mezzo Regione…coi difetti del primo e l’impotenza della seconda, che si trascina come zombi nelle nebbie di una ipocrita Autonomia “vigilata da Roma & Washington”.

Altra cosa è l’Autodeterminazione delle Comunità, che passa per la Liberazione della Terra, del Lavoro e della Vita da ogni forma di sfruttamento e oppressione.

NO!

1- all’ipocrisia dell’imperialismo europeo, coi suoi “miliardi miracolosi” e la sua incapacità di autentica “autonomia strategica”;

2-alla peste dei “sovranismi reazionari”: da quelli “liberal-conservatori” fino al delirio di marca nazionalista e razzista. E in questa fiera novecentesca di ideologie zombi, in un piccolo e oscuro scaffale, si colloca anche il “sicilianismo”, ideologia di riserva per avventurismi donchisciotteschi e riciclaggi di ogni tipo: incluse illusioni elettoralistiche o ribellistiche, con o senza derive paramafiose, con o senza riesumazione dello zombi dello Statuto 1946.

Scorie della Storia, afferrate all’occorrenza nelle faide colorate tra frazioni dell’Imperialismo globale.

Con poche eccezioni, forse nessuna, non esiste alcuno spazio storico per autentici processi di liberazione nazionale e sociale di modello novecentesco. E’ fallito perfino il neo-bolivarismo, che operava alla scala continentale. E le stesse storiche Questioni catalana e basca –che conosciamo anche dall’interno- stanno trovando faticosa sistemazione nel Quadro europeo e dentro il superamento della crisi di ristrutturazione dello “stato federale” spagnolo. (…) – E resta il Fatto che non lo decidiamo Noi… il “campo di battaglia”.

La Nebbia urlante della demagogia populista e reazionaria può ingannare masse impoverite e ceti medi in disfacimento: ma non ha altro da proporre se non il Caos: i vari NO EURO! ITALEXIT! SICILEXIT!… ci ricordano un “Carosello” anni Settanta che pubblicizzava l’amaro Cynar: seduto a un tavolo di bar al centro di un ingorgo automobilistico, l’attore Calindri, “contro il logorio della vita moderna”, urlava: “fermate il mondo, voglio scendere!”.

“Gli uomini fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione: la tradizione di tutte le generazioni scomparse pesa come un incubo sul cervello dei viventi” (Karl Marx).

Ma la nostra Madrepatria che viviamo nel Sintimentu si chiama Trinakria: è anch’essa un “campo di battaglia”, e in questo Tempo oscuro che avvolge nelle sue tenebre l’Isola del Sole appare perfino un incubo avvolto in un mistero …ma almeno vi “giochiamo in casa” e nessuno ce la potrà mai rubare, perché se te la riconquisti nella CoScienza, vivrà serena nel tuo Sintimentu, sicula concrezione di Cuore e Cervello.

Questa Madrepatria siciliana camìna addhitta, sulle Vie del Mondo e sulle gambe del Sicilianu Novu. Unnegghjiè!. Semu Simenza!. Ma non lo decidiamo Noi… il “campo di battaglia”. E niente “avventurismi” e “dilettantismi”. Ad maiora!. Antudu!.

LA COMUNITA’ TERRAELIBERAZIONE.