PASTORALE SICILIANA
Come in Terra così in Cielo

Nel 1914 la prima G.M. cominciava laddove era finita la guerra franco-prussiana nel 1871: a piedi e a cavallo. Nel 1918 la Grande Carneficina – fermata solo dai bolscevichi russi col loro geniale “Ottobre Rosso”- si concludeva con l’industrializzazione della guerra: l’industria chimica vi contribuì con tonnellate di gas ed esplosivi devastanti; la meccanica aveva sviluppato mitragliatrici micidiali; la siderurgia e la nascente industria automobilistica vi contribuirono introducendo motori per autocarri ed aerei che aprirono la via alle Guerre dell’Avvenire, in cui le vittime civili –nel TERRORISMO dall’ARIA- superano regolarmente i caduti militari.

Le MOBILITAZIONI TRICOLORATE nella SICILIA italienata del 1911 per l’invasione coloniale della Libia – e poi, nel 1914 , per l’entrata patriottarda nella prima G.M. – diedero infine un “consenso di massa” all’ANNESSIONE violenta e truffaldina che l’Isola aveva subìto nel caos del 1860 -‘66.

Il socialimperialismo ingenuo del massone De Felice Giuffrida “ per rilanciare la centralità mediterranea del Porto di Catania” apre la via al social-fascismo del Duce Mussolini che nel 1924 taglia il nastro tricolorato all’Aeroporto di Catania- Fontanarossa… Dai Fasci siciliani al Fascismo: carambola sulla Quarta Sponda!. Il Duce ci aveva finalmente “civilizzati e nazionalizzati” –facendo della SICILIA ITalienata “il cuore ingrato” del suo impero straccione. E’ una pagina sconosciuta nella storia millenaria dell’Isola Contesa.

Il comprenderla apre la via a una rilettura del Novecento siciliano sul quale fecero calare un sipario kitsch coloniale colorato di liberty e di letteratura “compassionevole” sui “Vinti” pubblicata a…Milano.

I Siciliani scoprono l’aviazione nella seconda G.M. e con l’Operazione Husky – nell’estate del 1943 – ricevono il loro spettacolare “battesimo liberatore”: BOMBARDAMENTI TERRORISTICI – nella cruciale BATTAGLIA dell’ARIA sull’Isola Contesa che segnerà gli esiti del conflitto.

E’ la seconda Guerra Mondiale (1939-1945). Ripuliti i fatti dalle ideologie, purificata la nostra stessa memoria, quello che resta della seconda GUERRA MONDIALE è uno scontro micidiale tra Potenze concorrenti, che si risolse nella divisione del Mondo in due, dell’Europa in due, della Germania
in due, di Berlino in due. E nella lunga ritirata dei vecchi imperi coloniali europei…”vincitori”, scatenata dall’indipendenza dell’India e, soprattutto, dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese di Mao.

Nel luglio del 1943 – con l’Operazione Husky – gli “Alleati” (sostenuti da una autonoma ed efficace Resistenza siciliana contro il nazifascismo) occupano la Sicilia. E’ la fine di un Regime, ma, come vedremo, non è quello per cui combatterono gli “sconfessati” autentici Partigiani siciliani del Comandante Canepa, che diedero poi vita all’EVIS, il partito armato dell’indipendentismo siciliano.

L’Operazione Husky fu un Inferno lungo 38 giorni (10 luglio- 17 agosto 1943) –che cambiò le sorti della Guerra Mondiale. Il “Gruppo Etna” di Canepa devasta e demoralizza l’aviazione germanica posizionata all’aeroporto di Gerbini, nella piana di Catania. Il 7 luglio viene sabotato anche il treno armato denominato “Gruppo Mondiale n°4” nella stazione ferroviaria di Catania. Un altro treno militare viene fatto deragliare a Ramondetta (Messina). Ma non furono le uniche azioni “ferroviarie” (e “portuali”).

Il 4 agosto del 1943 –giunti a Catania, dopo la cruciale Battaglia del Simeto (dal Ponte di Primosole a Sferro-Gerbini)- i Britannici cercano una sola persona: il prof. Canepa. Punto. (TerraeLiberAzione – n°2/ 2017)

Nel luglio del 1943, la prima fase dell’Operazione Husky era stata un disastro. Lo “Sbarco” in Sicily –che avvia la svolta nella seconda Guerra Mondiale- rischiò di perdersi nel vento e nel mare in tempesta che accolse gli Alleati “liberatori”, facendone fallire le “previsioni del tempo” più ottimistiche. Ma fu l’operazione aero-navale più gigantesca che si fosse mai vista nella storia militare. Comincia l’Epoca che vede la Guerra tra gli Umani prendersi il Cielo cacciandone gli Dei.

La situazione siciliana è ben nota agli “Alleati”: il Regime del Duce –per sua stessa ammissione- non vi ha alcun vero “Consenso”. E la Resistenza partigiana –diretta da un inafferrabile Professore- vi ha attuato una serie di Azioni tutt’altro che simboliche.

L’Isola contesa è sinteticamente descritta con anomala simpatia nella “Guida del Soldato”, diffusa in inglese dal comando Alleato in 450.000 copie in preparazione dell’Operazione Husky: “Invasori e dominatori vi si sono succeduti in tutte le epoche…e infine gli italiani hanno dominato l’isola”.

“La Sicilia è l’isola più grande del Mediterraneo –ha più o meno le dimensioni del Galles. Ma la sua importanza dipende dalla sua posizione…e dalla sua dozzina di campi di aviazione… a due-tre ore da Roma, quattro da Milano…più vicini di quanto non siamo mai stati…proprio in Sicilia c’è il Quartier Generale del Maresciallo dell’Aria Kesserling…

Inoltre, essa offrirebbe alla nostra flotta le basi di Siracusa, Augusta, Catania, Palermo, Trapani e Marsala…”.

La Sicilia è cruciale: fino ad ora, circumnavigando l’intera Africa, “siamo stati costretti a mandare le nostre navi per 12.000 miglia attorno al Capo di Buona Speranza”.

Migliaia di siculo-americani partecipano all’Operazione Husky – ed appaiono ormai patetici tanto il negazionismo quanto la sopravalutazione del ruolo di Cosa Nostra, partito etnico armato dell’emigrazione siciliana negli USA- che fece la sua parte (e va rivendicata oggettivamente con orgoglio siculo-americano: chi non capisce la storia della società americana, animando cieche tifoserie storiografiche, non capirà mai nulla di niente. I Siciliani li impiccavano agli alberi –come “negri sbiancati”- per passarsi il tempo!. Il Mestiere
delle Armi, usate bene, ha chiarito cu Semu. Punto).

La Sicilia –a prescindere- è in ciclica Rivolta per la sua sacrosanta Indipendenza. Nel 1860 venne annessa da Londra al regnucolo piemontese nel caos colorato della falsa flag garibaldesca. E’ una colonia sfruttata, oppressa e repressa in tutti i suoi tentativi di emancipazione economica e civile.
Il suo ascensore sociale è gestito in funzione della sottomissione a ROMAFIA CAPITALE: carriere e privilegi per una ristretta borghesia tricolorata; e repressione antipopolare sistemica, che usa la leva obbligatoria e l’emigrazione coatta come regolatori del metabolismo sociale.

Il “riformismo fascista” non va oltre un debole e tardivo tentativo di riordino fondiario, nella retorica, a suo modo “sicilianista”, di un’Isola “centro dell’Impero”, mentre rastrellava i paesi di montagna nelle nebbie di una strombazzata “lotta alla mafia”. Per sua stessa ammissione il Regime non ebbe mai il Consenso dei Siciliani. Ma all’Opposizione non v’era affatto quella Sicilia “arretrata, feudale, irredimibile”, peraltro mai esistita, che verrà descritta poi anche nella retorica di una certa Sinistra tricolorata e coloniale, subalterna e cieca, che si vendeva al “capitalismo di stato”, mentre delirava di “lotta al feudalesimo”…fino agli anni Settanta!.

Nel corso della seconda G.M. – l’immane Mattatoio in cui si risolve la “Crisi del 1929”- il 24 ottobre 1943, ben oltre la temporanea A.M.G.O.T., era nata la SICILY REGION 1 di Washington nel Mediterraneo, che permane come un “non detto”… sotto un Cielo popolato di aerei stranieri, droni assassini, santi che non funzionano e G7 in gita turistica.

Il Trattato di Parigi (1947) –che definiva le questioni irrisolte dalla seconda G.M. in Europa- aveva prescritto la smilitarizzazione della Sicilia e della Sardegna (art.50). Venne bruciato sugli altari della “Guerra Fredda”, e una dozzina di anni dopo, nell’Isola di Gladio, la “Region 1”, sorgeva anche la base aero-navale americana di Sigonella: un piccolo “campo”, in verità, che sarebbe cresciuto fino a divorare –come un cancro in metastasi- con un vasto territorio nella fertile Piana di Catania anche il Cielo più cruciale del Mediterraneo.

Sigonella City è la vera capitale di una “Sicily peggio di Portorico”, una carta di scambio giocata da “Roma” nella sua relazione strategica con l’Amico americano, nelle ambiguità, ormai parodistiche, del tricolorato “atlantismo mediterraneo”, che ci taglia fuori perfino dalla Via della Seta e dunque dal Secolo XXI. La Questione Siciliana è l’ultimo rottame della seconda Guerra Mondiale a Occidente, ma sempre sul 38° Parallelo!.

Lo Statuto del 1946 – “concesso” sulle macerie della G.M. nel tentativo riuscito di svuotare e poi mascariare a damna14 tio memoriae la Rivolta popolare per l’Indipendenza- aveva riconosciuto all’Arcipelago siciliano una sua Autonomia amministrativa, sebbene incatenata allo Stato italiano fin dal suo devastante Art.1.

Questa Carta di valore costituzionale non ha in verità mai avuto una autentica forza mentale: dopo la prima buona legislatura dell’ARS non è mai più stato applicato nella sua “logica sviluppista” (Guerino Amella), e venne afferrato nella sua “logica riparazionista” (La Loggia) come arma di riserva, più o meno ricattatoria, nella “trattativa permanente” con ROMAfia Capitale.

La costituzione materiale della Sicilia italienata e “specialmente autonoma”, nelle forme concrete di un “diritto consuetudinario”, configurò un “compromesso moderato” che fabbricava consenso tricolorato, nella redistribuzione di risorse, attraverso il riciclaggio clientelare delle notevoli entrate tributarie che i contribuenti siciliani garantirono fin quando fu possibile, oltre che ai sopravalutati trasferimenti “riparazionisti” che, va detto, il notabilato democristiano sapeva negoziare senza troppi
complimenti. Ma furono le rimesse degli emigrati siciliani, il proletariato esterno, a salvare interi paesi dallo
sprofondamento sociale.

La Regione ad Autonomia Vigilata (da Roma e Washington GLADIO) fu la prima “industria” dell’Isola. L’Ascarismo politico ne fu l’abile “agente sociale”.

Il suo “Trattato di Pace” istitutivo di una Riserva Indiana resta comunque un “Atto di Accusa” e una occasione persaanche per la “nostra” borghesia coloniale, la peggiore borghesiacoloniale del Pianeta. Il ciclo storico dell’Autonomiavigilata definisce un giro a vuoto lungo 70 anni.

L’Ascaro mediava a ROMA la dipendenza coloniale della Sicilia italienata. Gli attuali volenterosi gestori fallimentari, con proconsoli e mercenari, salvo miracoli, possono al più “far di conto” –sulle macerie surreali prodotte dal crocettismo e gestire le porte girevoli dell’Isola del Tesoro, regolando il traffico della flotta corsara dell’imperialismo NORDICO che la saccheggia nelle nebbie fitte dello Spettacolo coloniale e nello sprofondamento mentale di massa, alimentato dall’Accademia della Sicilia risorgimentata, che da quasi 160 anni gestisce sofisticate SERRE COLONIALI che riproducono FRUTTI MARCI e SEMI AVVELENATI: alienazione e sradicamento. Ci vuole un Miracolo!.

Si è dissolto anche l’ascaro! – Lo Spettacolo coloniale, nelle faide Maf&AntiMaf, descrive cosche viddhane e cricche politicanti, verminai di liberi professionisti e di colletti bianchi, discoli furbetti e incravattati “trafficanti di influenze”… No, è una classe sociale! – E la sua frazione più dinamica e globalizzata è da decenni quella “massomafiosa”, che ha superato se stessa, la sua storica funzione di “società di servizi”, forse fin da quando era già Altra Cosa: “un «sistema» che in Sicilia contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel «vuoto» dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma «dentro» lo Stato. La mafia insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta” (SCIASCIA). Anche questa brillante definizione è datata, superata, ma non inutile.

Al di là di poche migliaia: “41bis”, “scappati” e “inabissati”; al di là di “Trattative” ed effetti speciali, quella siciliana è una borghesia coloniale selezionata nell’obbedienza tricolorata, sull’Ascensore sociale dello Stato-Nazione inventato dalle massomafie tosco-padane sulle macerie prodotte dal GolpeGuerra anglo-piemontese e colorato del 1860, che distrusse, nel Caos e nell’Illegalità, lo Stato delle Due Sicilie.
E’ il vero “NEMICO A CASA NOSTRA”, al Tempo di un Imperialismo NORDICO che ci sta facendo a pezzi, costruendo nelle nebbie del MURO sull’ACQUA anche tifoserie razziste antitunisine. Non ci fanno mancare niente!.

Le SERRE COLONIALI producono coi loro FRUTTI MARCI anche i SEMI AVVELENATI del razzismo demenziale contro quei Tunisini che nell’epopea reale della serricoltura siciliana sono gli unici Eroi, sebbene usati a migliaia come Attrezzi Umani a soffocare a 50° respirando bromuro di metile- a vantaggio di chi si fece i cessi coi rubinetti d’oro ma si ritrovò i figli drogati cascare come rondini sulle strade abusive di Vittoria. Solo la piccola TerraeLiberAzione faceva la Cosa Giusta. Dettagli.

Nelle nebbie tricolorate dello SPETTACOLO coloniale inscenato in Sicilia da ROMAFIA CAPITALE fin dal 1860 > la SOVRANITA’ dei SICILIANI è giuridicamente e ontologicamente del tutto cancellata –di recente anche col sigillo neocoloniale di una raffica di sofisticate SENTENZE costituzionali prodotte nel CICLO POLITICO euro-liberista.

Il “sacro sigillo” della LEGALITA’ coloniale che devasta l’IDENTITA’ e l’AVVENIRE dei SICILIANI si traduce in raffica di sofisticate pallottole in forma di leggi, direttive, circolari… che blindano il profitto coloniale nelle nebbie di un presunto “prioritario interesse nazionale”.

A chiudere la via ad ogni possibile resistenza legale ci pensano i missili devastanti in forma di eversive e sofisticate Sentenze della Corte Costituzionale, che dal 1957 (sospensione dell’Alta Corte) al 2017 questa Sicilia l’hanno impaludata, disseccata e svuotata di Risorse ed Energie Vitali – avvelenandone i pozzi. Sessanta anni di EVERSIONE COSTITUZIONALE.
E’ questa una Forza Mentale che agisce come “normalità”, e com’è in Terra è in Cielo. Inutile evocare
simulacri “statutari” o invocare miserabili “continuità territoriali”: fate pure, per carità!. La Sovranità negata sullo Spazio Aereo non è tema affrontabile da questa sicilietta INCAPACE di intendere e di…VOLARE. Si presuppone una ri-evoluzione culturale.

La Sicilia, che per la Flotta Corsara delI’Imperialismo NORDICO è l’Isola del Tesoro, per i Siciliani è l’Isola dei Poveri. Oltre metà dei 5 milioni di abitanti sopravvivono boccheggiando sotto la “soglia europea” della POVERTA’. Più grande ancora è la MISERIA=ASSENZA DI RISERVE. E il pendolo psicopolitico vi oscilla, ma restando saldamente agganciato a Roma. Le SERRE COLONIALI producono coi loro FRUTTI MARCI anche i SEMI AVVELENATI dell’autolesionismo culturale. Come in Terra, così in Cielo.

La Sicilia di Sigonella e del MUOS -“gestita” dall’Entità “romana” (e vigilata da GLADIO &C.)- è l’ultimo vero rottame geopolitico della seconda G.M. nell’emisfero occidentale.

L’epoca del volo aereo vi decollò sulle Ali della Morte. Oggi sono ali comandate da remoto, come fosse un videogioco: la “guerra post-eroica” viene inscenata nelle nebbie fitte di uno spettacolo totalitario che produce tifoserie cieche e ignoranti sul canovaccio nazional-razzista colorato perfino di “umanitarismo”!. Le Battaglie dell’Aria –militari, commerciali, civili- servono comunque a controllare la Terra e il Mare: in Cielo non cresce niente, neanche sulla Via della Seta.

Oltre dieci anni fa, da Pekino, l’avrebbero voluta far passare dalla SICILIA -con un Hub aeroportuale mondiale (altro che ponticello sul Canale di Messina!). Da Washington e da ROMAFIA risposero: “NO! – In Sicily si fa il MUOS!”. L’abbiamo scoperto e denunciato subito, e lo ripetiamo sempre. Al confronto, il resto è chiacchiera da Spettacolo coloniale, nebbia per i cervelli vuoti dei sicilianoidi colonizzati: come in Terra così in Cielo.

La Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative- BRI) è finalizzata a infrastrutturare nuove rotte commerciali che interconnettono la Cina attraverso l’Asia –per Terre e per Mari- col cuore dell’Europa. L’investimento B.R.I. costa a Pekino almeno 12 volte il “Piano Marshall” americano per la ricostruzione dell’Europa nell’ultimo Dopoguerra (ma senza le sue ipocrisie e i suoi trucchi).

La Nuova Via della Seta, questa immane e inedita visione di sviluppo, è stata addirittura inserita –al recente 19° congresso- nello Statuto del Partito Comunista Cinese, tra i suoi “14 Principi” –a sigillo della ”ascesa armoniosa della nazione”. E non si tratta più solo di export di merci – sempre più qualificate- ma di investimenti in infrastrutture che realmente mancano.

Le riserve cinesi di moneta estera sono stimate in circa 3 mila miliardi di dollari equivalenti; il progetto BRI permetterebbe di investirne una buona parte nella costruzione di infrastrutture nei 65 Paesi attraversati.


Punto Fermo: nel disegno originario di Pekino era la Sicilia l’Hub mediterraneo, turistico e infrastrutturale, della Via della Seta, verso Rotterdam e Amburgo, ma anche verso la MediterrAfrica e le Americhe. L’Aeroporto intercontinentale siciliano sarebbe stato tra i più grandi del mondo. Washington disse: Not in Sicily!. Qui si fa il MUOS.

Cosa accadde dopo?
L’Intermarium (Międzymorze, in polacco) è un progetto geopolitico (che ha prodotto il “Gruppo di Visegrad” nell’UE). L’Intermarium è strutturato su tre assi: da nord a sud, il Viking Bloc (a leadership svedese), un blocco slavo a guida polacca –col sale croato in Adriatico- e il blocco del Mar Nero incentrato sulla cooperazione rafforzata tra Bulgaria e Romania. Questo è Międzymorze.

La Polonia (nella NATO dal 1999) –con brevi intervalli- è stato il motore politico dell’allargamento-annacquamento dell’UE a Est. Il suo attivismo diplomatico si è spinto metodicamente fino a Kazakhstan, Uzbekistan e Turkmenistan.

Ed è Varsavia ad aver agganciato Stoccolma in una operazione specifica di “partenariato” finalizzata a calamitare nell’UE (e nella NATO!) l’Armenia e l’Azerbaigian, oltre a sostenere le richieste di adesione della Georgia, e a interferire pesantemente –ed è un vizio antico!- nei torbidi piazzaioli della crisi ucraina e nell’aggressione al Donbass (Novarossia).
La visione strategica –triangolata con Londra e Washington- è animata da invarianti sogni egemonici, ma si risolverà regolarmente in una ulteriore cessione di “sovranità”. Varsavia è un agente politico della NATO anglo-americana. I suoi mandanti sanno già cosa fare in caso di guai polacchi nella tenaglia russo-germanica: “Morire per Danzica?. Ma chi ce lo fa fare?”. Punto.

La visione geopolitica dei Tre Mari è definita, in latino, Intermarium.
E’ il mondo visto da Varsavia, con notevole autostima.
Un lebensraum, spazio-vitale, un tantino allargato: dal Circolo Polare Artico scandinavo alle isole della Croazia!. Międzymorze.

Che la cinese Via della Seta attraversi, dal Pireo, le rotte dei Tre Mari “polacchi” propone un’altra incognita all’Equazione geopolitica di una Europa Orientale in cui sta sorgendo una Cortina di Ferro “al contrario”, che ha un nome preciso: Międzymorze.

La pazienza strategica di Pekino, nella sua lunga “ascesa pacifica”, dovrà imparare a navigare anche in questi Tre Mari, ma non potrà evitarne tutti gli scogli, le secche e le future Tempeste d’Acciaio. Non basta Lao Tze, serve Sun Zun.
L’impero dei Ming, all’inizio del Quattrocento, varò la sua prima (e unica) grande flotta. A guidarla era l’Ammiraglio Zheng He, paragonabile, come lupodimare, forse solo a Magellano.
La sua mission aveva carattere diplomatico, scientifico e commerciale. Ma navigava tranquilla, affiancata e
scortata da una imponente Armata di Mare.

Per la cronaca, il grande Zheng He era musulmano. I mandarini non compresero il Mondo scoperto dalla loro stessa Flotta e condannarono l’Impero di Mezzo a una marginalità e subalternità, perfino coloniale, giunta dal mare, che solo nel Novecento verrà spezzata del tutto, grazie ad una Armata di Terra, di contadini e intellettuali , guidata dal più grande Condottiero politico che il Mondo abbia conosciuto dopo l’epopea napoleonica. Il Grande Timoniere, Mao Ze Dong.

La nuova “Via della Seta” è già il più grande “progetto di sviluppo” dell’intera storia umana. Punto.

La Cina –il suo Partito Guida di Sintesi che discute tutto seriamente- si è dotata dei necessari strumenti finanziari con la creazione del Silk Road Fund e dell’Asian Infrastructure Investment Bank, ma qualunque entità pubblica o privata nel Mondo che ne abbia interesse è coinvolta nel prenderne parte.

Oggi i tempi di trasporto delle merci Europa-Cina, sono di 19 giorni per ferrovia e circa un mese via mare. Ma non si tratta solo di questo: la VIA della SETA propone una “visione del mondo” per il Secolo XXI. E’ una proposta realista e costruttiva, pacifica e intelligente, rivolta a un “Occidente” sterile e decadente. La Repubblica Popolare Cinese la proteggerà con la sua Potenza politica e militare.
Va detto, sia chiaro, che la società cinese è attraversata da contraddizioni che noi europei abbiamo già vissuto: ecco, forse potremmo essere i “Saggi” della situazione: ma quali “europei”? -e quale “saggezza”?.

Intanto, che un aereo militare non identificato (UFO!), forse un drone 3.0, possa svolazzare sul campanile di una chiesa catanese il 23 Agosto 2017 alle ore 13.17 non ci sorprende: in un “paese normale” verrebbe intercettato e “neutralizzato” in tutta sicurezza. Ma questo, per quanto di dubbia legalità, è un “volante amico”; e quello in cui viviamo non è un “paese normale”.

Sia chiaro: non abbiamo nulla contro i droni in sé > sarebbero utili nella “guerra santa” contro i piromani, per esempio!. Sorvoliamo!.


Nell’epoca del VOLO AEREO > lo SPAZIO AEREO è un campo di battaglia. E’ territorio strategicamente conteso. E come ogni altro SPAZIO siciliano (terrestre o marino) anche lo SPAZIO AEREO è un territorio a multiforme dominio neocoloniale: civile e militare. Lo SPAZIO AEREO siciliano è dominato nella relazione strategica tra ROMAFIA CAPITALE e WASHINGTON.

Il MERCATO MONDIALE nell’EPOCA del VOLO AEREO è determinato da STRATEGIE POLITICHE SOFISTICATE sulle quali interi STATI investono con lungimiranza: gli Emiratini del Golfo, con un aeroporto e una compagnia aerea, in appena trent’anni, vi hanno costruito una NAZIONE!.

La Sovranità negata sullo Spazio Aereo, nell’Isola CONTESA, l’abbiamo stimata in 45.000 kmq. Al centro del Corridoio mediterraneo che collega l’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano, sul quale scorre circa 1/3 del commercio e dell’informazione globali > la COLONIZZAZIONE dello SPAZIO Aereo dell’Isola CONTESA, tanto nella sua dimensione CIVILE quanto in quella MILITARE, proietta in Cielo i conflitti del suo TerraMare. Come in Terra così in Cielo.

La Sicilia è la sua GeoStoria, che ne scolpisce la Realtà nel “grande gioco” di tutte le sue Correnti. Esse agiscono regolarmente, in profondità, come le correnti marine, descritte da Predrag Matvejevic, fluiscono come immensi fiumi: ostinate e silenziose, non determinabili nè contenibili, e se ne resta ostaggi fin quando non le riconosci col Sintimentu, sicula concrezione contadina e marinaia di cuore e cervello, di sensibilità e scienza.

La formazione di una moderna coscienza nazionale siciliana può essere indagata materialisticamente fin dal tempo dell’Emirato indipendente, la si vede agire come forza mentale statuale e civile nel Regnum siculo-normanno e nello Stato-Fortezza di Federico II REX SICILIAE. Un cammino lungo tre secoli, caratterizzato da innesti, segnato da conflitti e scandito da guerre civili di diversa intensità: un percorso COSTITUENTE complesso e autentico, certo “prematuro”, che culmina nel Vespro del 1282 e nella sua Communitas- “Bonu Statu e Libbirtà!”, in una concezione municipalista, libertaria, federativa, che da certo fastidio a qualcuno oggi più mai.

Nell’EPOCA del VOLO AEREO, l’ISOLA senza CIELO è un’Aquila senza Ali, nell’impotenza cafona e parassitaria della Regione tricolorata della SICILIA ITALIENATA, con le sue Cam Com squattrinate, che, tra ingorghi nel “traffico di influenze” e carte false, si azzuffano in faide campanilistiche, sprofondando nelle nebbie coloniali dei suoi “porti senza mare” e dei suoi cieli senza aerei siciliani: perfetta sintesi di una borghesia coloniale “incapace di conquiste spettacolari”.

E’ l’Isola REMOTA di Bruxelles che elemosina sconticini sui ticket impugnando la sua “insularità handicappante” nelle nebbie di una pretesa “continuità territoriale”, manco fossimo alle Galapagos!.

Su con la Vita!. La Civiltà Siciliana è solo eclissata: “ciò che il bruco chiama fine del mondo, il Mondo chiamerà presto farfalla”!. O buconero: Isola del Tesoro ridotta a Riserva coloniale di poveri, sradicati ed emigranti, un “enigma avvolto in un mistero”.

Certo è che il Mediterraneo -la civiltà dell’Ulivo ben descritta da Matvejevic- è vuoto di forze mentali capaci di farne un attore geopolitico o, almeno, uno spazio di condivisione e di cooperazione solidale. La Civiltà mediterranea è un mito rarefatto, quanto l’Europa, che nel Mare Nostrum rivendicava ab origine le sue immaginarie “radici culturali”, è solo una piccola penisola dell’Asia. Un’Asia in ascesa che ne sta adottando e adattando modelli economici e stili di vita. In un certo senso una EurAsia “dal basso” sta nascendo, malgrado l’ostilità delle forze mentali dell’Imperialismo euro-americano in corsa contro un Tempo determinato dal proprio lungo e inevitabile declino senile.

La grande ristrutturazione geo-economica del sistema- Mondo determinerà un nuovo assetto geo-politico nel corso di questo Secolo XXI. Un inedito Ordine multipolare, nella dialettica del Fuoco occidentale e dell’Acqua orientale, disegnerà nuove Carte nell’invariante Epoca dell’Imperialismo e delle sue guerre: monetarie e commerciali, energetiche e militari. Culturali. Non perdersi nelle nebbie, nelle paludi, nei campi minati dello Spettacolo che l’Epoca propone, è una necessità vitale per chi non ritiene quello attuale il “migliore dei mondi possibili”. Proviamo a dare un nome vero alle cose. Servirà: a non perdersi, a Camminare Addhitta nel Secolo XXI.

Naufragate, negli anni Novanta del Novecento, le illusioni di una nuova dimensione euro-mediterranea, che -abbattendo il Muro sull’Acqua, la frattura storico-sociale tra Nord e Sud, da Gibilterra a Suez- costruisse uno spazio di civilizzazione per uno sviluppo condiviso e una crescita comune (il “Processo di Barcellona”), nel 2011 il Golpe-Guerra “colorato”- contro la Jamahirya di Muammar Gheddafi e la sua profetica Moneta Africana di Sviluppo, ha riportato la storia mediterranea indietro di un secolo.
Dalla tragedia alla farsa: la guerra mediatica contro l’olio tunisino, invece di allearsi e creare il Cartello mondiale dell’Olio mediterraneo!. E’ finita. Per almeno un Secolo, se la loro stessa Guerra, quella vera, con le sue collisioni di faglie e le sue Nemesi, non abbatterà il MURO sull’ACQUA e non spezzerà il Tempo che segna una intera Epoca, quella dell’Imperialismo nordico e delle sue guerre: monetarie e commerciali, energetiche e militari, che producono campagne ideologiche contro nemici, a volte veri, a volte del tutto immaginari, ma sempre ad uso e consumo di tifoserie accecate ora dall’odio ora dalla pietà.

Nel gioco delle grandi correnti della Storia, l’Arcipelago di Trinakria, queste isole siciliane “oppresse di secoli e di stelle”, appaiono navi di pietra sospinte alla deriva ora da Scirocco, ora da Grecale, quasi travolte da una vicenda storica pervenuta ad uno stadio terminale di insensatezza. Ma, sebbene nesos -la parola greca che nomina l’isola- pare equivalga al dire “quel che naviga”, essa è pur sempre ancorata al Centro della Terra come le verticali di Archimede che vi convergono. E il cuore di zolfo di Trinakria, il suo pulsare di vita al centro del Mediterraneo, fa di quest’Arcipelago un “luogo di accumulo della potenza geopolitica” (Schmitt).
Oltre le nebbie dello Spettacolo coloniale: come in Terra, così in Cielo.

Repetita juvant. Nel disegno originario di Pekino, era la Sicilia l’Hub mediterraneo, turistico e infrastrutturale, della Via della Seta, verso Rotterdam e Amburgo, ma anche verso la MediterrAfrica e le Americhe. L’Aeroporto intercontinentale siciliano sarebbe stato un Hub cruciale tra i più grandi del Mondo. Già nel 2007 Washington disse: Not in Sicily!.
Qui si fa il MUOS.

E ora si alzano polveroni campanilistici tra Catania e Augusta, nel “traffico di influenze” tra bande CamCom che si contendono SAC-Fontanarossa, nelle nebbie a venire di ZES coloniali e di una privatizzazione demenziale che svenderà all’asta global le “chiavi” del Cielo siciliano. L’Europacelochiede, la NATO ce lo impone…ma in realtà sono le Massomafie toscopadane che negoziano le proprie rendite geopolitiche giocando la “carta siciliana”, l’Isola Contesa senza Mare e senza Cielo. E con 913.000 case svuotate dalla C.E.M. –Coercive Engineered Migration.

Quanto alla Sicilia, non ha alcuna sovranità sulle “sue” acque territoriali, né sul “suo” spazio aereo. Non può dunque sviluppare alcuna vera strategia di crescita sociale sul piano delle infrastrutture aeroportuali e portuali e della connessa intermodalità, delle condizioni fiscali, dei servizi offerti, delle relazioni internazionali, necessari alla sana valorizzazione del suo geo-power, che la natura gli ha donato e le forze mentali dell’imperialismo di turno impugnano per i propri interessi militari ed economici, certo non per prendersi il Sole sotto le ciminiere di Priolo, né per ricevere comandi dall’Ammiragliato Generale dell’Autorità Portuale di Augusta in lotta demenziale col Porto metropolitano di Catania.

Nel 1235 Federico II pubblicava l’Ordinatio novorum portuum. Con essa, il Re dei Siciliani, ordinò il rafforzamento del già potente sistema portuale dell’Isola e la costruzione di altri 9 porti sui Tre mari del Regnum continentale. Nella visione strategica federiciana si coglie anche il nesso tra scali marittimi e sistema delle masserie statali, concepite come nodi complementari e protetti dal monopolio statale del commercio estero e dalla potente flotta militare al comando di un potente Ammiragliato, alla cui testa chiamò il genovese Nicola Spinola, un fuoriclasse!. E’ un bel programma politico, a Futura memoria.

Intanto, in questo Tempo oscuro, nel romanzo coloniale della Sicilia italienata, il sicilianoide “discende dagli antichi romani”: glielo spiegarono in culla quando alla minna siciliana si sostituì il biberon tricolorato, glielo fecero scri vere insieme alle aste nella scuola risorgimentata, lo ascoltò alla radio canticchiando faccettanera, ma poi lo disse anche la televisione, dunque certovero ha da essere. Certovero il sicilianoide “discende dagli antichi romani” (semmai è verocerto il contrario!), ma resta comunque Figlio di NN, risultato bastardo di 13 dominazioni (inclusa quella delle selvagge Tribù del Barocco!). Non può che essere vero!. Anche la Cassazione conferma, sigillando, certovero, la sentenza: “LA SICILIA IRREDIMIBILE, PARASSITA E MAFIOSA” E’ UNA NUOVA MATERIA SCOLASTICA (7/4/2016).

Questa Sicilia è un’Isola contesa, giocata come carta geopolitica da ROMAFIA CAPITALE nella sua relazione strategica con l’Amico amerikano. Un’Isola del Tesoro ridotta a Paese di Poveri e Scappati, costretti all’emigrazione di massa.
Un’Isola OSTAGGIO avviata alla deriva nelle Tempeste del Secolo XXI. E’ una sicilietta INCAPACE di intendere e di VOLARE.

L’Isola Contesa è una TANA della BESTIA “ma, vedi, Ndrja carissimo, quel flagello là, non è che possiamo stare qua a guardarcelo e vedere che fa…Se lo lasciamo fare, ci ritroveremo che non avremo più niente da farci…Vogliamo rinunciare al nostro modo di vivere?. Eppoi, anche a tentarci, per simbolo, ci servirà lo stesso: il solo fatto di tentarci, gli scalerà agli occhi nostri l’immortalità…Che succede a volte nelle tempeste? Succede che la chiumma si dichiara vinta, tutti piegano il collo e aspettano l’ondata che li annegherà…
Ma se non era scritto che ne uscissimo, si scriva se non altro che ci ribellammo.” (Stefano D’Arrigo, “Horcynus Orca- I Fatti della Fera”).


Su con la Vita!. E’ la Sicilia a fare i Siciliani, comunità di destino, Civiltà incompresa. E’ Tempo di capirsi e di farsi capire. Sikani e Siculi, Sikeliani e Siqillyani, Siciliani e Sicilian’s…e quanti innesti e koinè, onde demiche e meticciati, sintesi meravigliose e traumi indicibili, hanno rigenerato, nel Tempo, il Demos siciliano!. Noi viventi –nella nostra magnifica biodiversità- non ne siamo solo gli “eredi”, ma l’Eredità stessa. E’ l’Albero di Trinakria che sorge da stratificazioni millenarie di ceneri solidificate, è la Forza del Sintimentu, concrezione di Cuore e Cervello, che lo coltiva, tra Terra e Cielo, oltre le nebbie dello Spettacolo coloniale, animando un Cammino di LiberAzione organizzato nella CoScienza, che muove i suoi passi pratici nella realtà quotidiana,
costruendo dimensioni comunitarie e reti solidali immunizzate dalle pestilenze dello Spettacolo coloniale,
anche perché, “Ndrja carissimo, quel flagello là, non è che possiamo stare qua a guardarcelo e vedere che fa…”.

Pani, Pacenzia e Tempu!. Semu Simenza!.

Il Wu wei sintetizza l’Azione senza Sforzo. “Dammi tempu ca ti perciu, ci dissi l’Acqua a petra!”. “Devi essere come l’Acqua, scorri. Se trovi una diga, la diga si spezzerà. Attendi e scorri. Quadrata è l’Acqua in un recipiente quadrato, tonda in uno tondo…Eppure quando cade sulla Terra, niente è più forte di lei…”. (Lao Tze).

War Games sul Cielo del MUOS. Va in scena “Joint Stars 2018” Maggio 2018.
Sul cielo del MUOS amerikano–che è operativo- tra Niscemi e Caltagirone va in scena l’esercitazione Joint Stars 2018 (denominata in codice JS18). Vi partecipa anche l’Aeronautica Militare Italiana nell’ambito del COI (Comando Operativo Interforze della NATO).
JS18 mobilita (anche a bassa quota): droni, aerei e ronde di elicotteri nel monitoraggio effettuato anche con tecnologie di “night vision” e “thermal imaging technology”. Si tratta, dicono, di attività operative in
“scenari di alto rischio” (territori colpiti da attacchi chimici o nucleari) ma anche di guerra classica con incursioni di commandos dall’aria. La gente non ci sta capendo nulla: c’è paura.