SIAMO TUTTI OSTAGGI

L’1 settembre 2020, due pescherecci siciliani sono stati sequestrati –in discusse “acque internazionali”- dalla guardia costiera libica di Bengasi. A bordo vi erano 18 lavoratori del mare, che riteniamo OSTAGGI di Haftar (o di mafie che lo ricattano?), ma anche di “Roma” e della sua politica mediterranea disastrosa e suicida, che ne determina l’ambiguità e l’irrilevanza nel “Grande Gioco” in corso per il controllo delle immense risorse energetiche del Mediterraneo Orientale, malgrado il ruolo tecnico cruciale che vi svolgono ENI e SNAM.

Il silenzio istituzionale sul dramma dei 18 LAVORATORI del MARE è stato per mesi assordante: il governo di Roma ha ignorato la protesta civile in corso (sacrificandoli sull’altare degli interessi energetici di ENI?). Solo il Papa ha fatto sentire la sua voce autorevole. Dopo tre mesi cercano di “sedare” la protesta civile con qualche mancia di “ristoro alle famiglie”: utile certo, si deve pur campare, ma ci ricorda fin troppo la “corruzione” praticata dalla ditta VelENI a Gela, per neutralizzare le denunce legali delle vittime dell’Olocausto petrolchimico: una Strage di Stato lunga 50 anni!.

Sabato 5 dicembre, alle 17, davanti le prefetture siciliane, siamo ritornati in piazza per chiedere la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, con una Trattativa realistica. Niente avventurismi militari: peraltro, l’italietta non ha alcuna credibilità: se l’è fottuta del tutto nel 2011. E in Libia lo sanno. E il Mondo lo sa. Solo qui la “notizia” non è ancora arrivata.

Come temevamo sono spuntati anche i soliti opportunisti (e disperati), che chiedono un fantozziano intervento militare delle “teste di cuoio” italiane per liberare i 18 LAVORATORI DEL MARE -siciliani, tunisini, senegalesi e indonesiani- detenuti a Bengasi: non si sa dove, nè se tutti nello stesso carcere (o hotel), per non dire altro. Sarebbe un disastro annunciato: e prodotto da una mentalità colonialista stracciona giunta a uno stadio terminale di demenza. Da “Bengasi” –da quel che risulta ufficialmente- non c’è alcuna richiesta di “scambio prigionieri” (alcuni “scafisti” libici giustamente in galera in Italia), né di “riscatto monetizzato”: non ne hanno certo bisogno.

C’è –forse- una implicita domanda di riconoscimento della Realtà, della legittimità del “governo che governa” la Cirenaica, nato dal caos del GolpeGuerra scatenato da Parigi –via Roma- per distruggere la Bella Libia costruita dal nulla da Muammar Gheddafi. Mentre il governo fantoccio di Tripoli è finito ormai sotto la “protezione” della Turchia neo-ottomana!. Qui manco sanno di cosa parlano. Hanno confuso la Crisi epocale del Mediterraneo con un videogioco a caccia di…like!. Serve chiarezza. Una Chiarezza che non avremo certo dalle nebbie romane e dai suoi attori parodistici, orfani dell’atlantismo mediterraneo e filoarabo di andreottiana memoria.

Chi ha distrutto la Libia di Gheddafi -la sua “moneta africana” e il Trattato di Amicizia italo-libico –(che prevedeva un grande sviluppo di cui avrebbe beneficiato la Sicilia in primis)- rialzando il Muro sull’Acqua raccoglie oggi i cocci della sua idiozia e subalternità: l’imperialismo italiano è nato e muore straccione, la Sicilia ne è ostaggio da 160 anni!.

Intanto, il gasdotto Mellita-Gela e i malconci interessi dell’ENI in Libia sono il convitato di pietra del dramma di 18 lavoratori ostaggi in una galera di Bengasi.

Chiediamo la LIBERAZIONE dei LAVORATORI siciliani, tunisini, senegalesi e indonesiani illegalmente detenuti a Bengasi. Rileviamo infine che dove si Lavora a un certo livello l’internazionalizzazione è la normalità, alla faccia dei Muri e delle nebbie razziste spacciate dai Regimi della Paura e dell’Ipocrisia per coprire i loro intrallazzi di sempre!. Viva Gheddafi!.

-> Mario Di Mauro – portavoce della Comunità TerraeLiberAzione.


17 dicembre 2020. 108 giorni dopo. I nostri 18 LAVORATORI del MARE -ostaggi dall’ 1 settembre a Bengasi- sono stati appena liberati e stanno TORNANDO A CASA. Abbiamo FATTO LA COSA GIUSTA.

Intanto salutiamo con gioia il loro rientro a casa.

Niente polemiche.

Il “Cuore di Tenebra” della relazione tra “Roma” (versante italiano) e Libia (versante bengasino) batte tra ENI e NOC (l’Eni libica: l’unica entità ancora unita in quel Paese distrutto dal GolpeGuerra euro-arabo imperialista del 2011). Il punto di svolta, in questa “Crisi degli Ostaggi” è accaduto grazie alla mobilitazione sociale e alla limpida presa di posizione di Papa Francesco. C’è da riflettere, lo faremo. Ora festeggiamo!.

@La comunità TerraeLiberAzione.

Ringraziando -ancora una volta il Papa e il governo russo- per aver ottenuto la liberazione dei nostri Lavoratori del Mare “sequestrati” a Bengasi (siciliani, tunisini, senegalesi e indonesiani)… oggi, 20 gennaio 2021 rilanciamo volentieri questa news parlamentare:
(ANSA) – ROMA, 20 GEN – Il Copasir ha chiesto l’audizione del premier Giuseppe Conte, del capo ufficio stampa di Palazzo Chigi Rocco Casalino e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in relazione alla vicenda dei pescatori trattenuti per alcuni mesi in Libia.
@ Comunità TerraeLiberAzione.